La ricerca

Piano formativo SHOES FROM ITALY 4.0 (AVS/054B/16)

Finito di scrivere a marzo 2018, il report riporta quattro studi di caso realizzati in altrettante imprese calzaturiere. L’obiettivo della ricerca è stato quello di verificare, mediante interviste agli imprenditori, quali siano le metodologie formative che gli stessi considerano più efficaci per l’adeguamento dei profili professionali ai nuovi processi produttivi e, in generale, alle nuove tecnologie. La ricerca non vuole fornire una rappresentazione statisticamente significativa dei differenti modelli formativi ma, attraverso l’utilizzo degli studi di caso, presentare come ciò che genericamente chiamiamo “formazione” si manifesti concretamente in forme estremamente differenziate a seconda del tipo di impresa, del contesto locale, del mercato di riferimento.

Nelle interviste non risultano esperienze negative e, complessivamente, la formazione è valutata positivamente ed ha rappresentato un miglioramento per l’impresa.

Si osserva, inoltre, come al crescere della dimensione d’impresa cambino anche i metodi di valutazione, divenendo più strutturati anche se, in tre realtà sui quattro casi, la componente informale continua a mantenere un ruolo rilevante.

Anche il coinvolgimento della manodopera risente della dimensione ma, in questo caso, cruciale sembra essere il ruolo del management e del tipo di obiettivo legato ai percorsi formativi.

Una dimensione rilevante è associata al ruolo delle grandi griffe del settore: più è stretta  la relazione con le imprese multinazionali così l’organizzazione del lavoro e la formazione del personale riflettono una maggiore strutturazione dei rapporti all’interno di modelli definiti – legati a standard qualitativi, monitoraggio, valutazione, definizione di precisi indici.

Nonostante ciò, la crescita dell’export di prodotti di qualità e le tecnologie oramai presenti in tutte le aziende della filiera, oltre all’esigenza di gestire in maniera sempre più efficace i tempi di produzione, spingono verso la definizione di modelli comuni di valutazione e quindi di organizzazione e formazione del personale.

Emerge infine l’importanza del territorio inteso come contesto istituzionale. Determinanti sembrano essere infatti le buone relazioni con le associazioni datoriali e sindacali all’interno di aree distrettuali. Il “territorio” condiziona anche le relazioni tra imprese che possono prendere forme differenti: coinvolgendo in prima persona il proprietario, creando partnership tra manager e professionisti, rivolgendosi ad attori istituzionali – come i Politecnici – o utilizzando e alimentando reti tra imprese.

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